Shopping e IA: quando il virtuale diventa reale

L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando anche il mondo dell’e-commerce con immagini di prodotti che, spesso, non esistono realmente. Questo fenomeno, che vede l’utilizzo di programmi di IA generativa come Midjourney, Dall-E e Stable Diffusion, solleva questioni interessanti sulla produzione, sulla veridicità dei cataloghi online e sulle aspettative dei consumatori.

Indice

L’IA generativa: dall’arte all’e-commerce

Originariamente concepiti per produrre immagini artistiche o di intrattenimento a partire da descrizioni testuali, questi strumenti sono diventati popolari grazie alla loro capacità di generare contenuti visivi sorprendenti e realistici. Ad esempio, lo scorso anno il “Balenciaga Pope”, un’immagine di papa Francesco in un piumino firmato, ha suscitato ampio clamore sui social media. Similmente, le false fotografie di scena di un ipotetico film “Jodorowsky’s Tron” hanno tratto in inganno molti appassionati di cinema.
Queste applicazioni inizialmente artistiche stanno ora trovando spazio nell’e-commerce, dove vengono utilizzate per ampliare virtualmente i cataloghi e attirare l’attenzione dei consumatori. L’obiettivo è semplice: creare prodotti accattivanti che stimolino l’acquisto. Tuttavia, in molti casi, questi oggetti esistono solo nel mondo virtuale fino a quando non vengono effettivamente ordinati.Balenciaga Pope

Quando il prodotto prende vita: esempi dal mercato

Un caso emblematico è quello di una fabbrica di mobili cinese, che nell’aprile scorso si è trovata a produrre divani ispirati a gorilla, inizialmente generati da un’IA. Le immagini di questi “divani-gorilla”, pubblicate su un blog di design, hanno rapidamente conquistato TikTok, dove centinaia di utenti cercavano link per acquistarli. Di fronte a questa richiesta virale, la fabbrica ha trasformato l’idea in realtà, producendo il bizzarro arredo e spingendo altre aziende a seguirne l’esempio. Oggi, cercando online, i “divani-gorilla” compaiono su piattaforme come Amazon, eBay, AliExpress e Temu.
Un altro episodio ha coinvolto Etsy, noto per la vendita di prodotti artigianali. Nel 2023, numerosi schemi per pupazzi all’uncinetto sono stati pubblicizzati con immagini generate dall’IA. Gli acquirenti, delusi dalla differenza tra le fotografie e i risultati reali, hanno sollevato polemiche sulla trasparenza delle vendite.
Un reportage di Mia Sato per The Verge ha esplorato ulteriormente il fenomeno, documentando l’esperienza di acquisto su piattaforme che includono interi cataloghi di prodotti ipotetici, come il brand statunitense Finesse. La giornalista ha descritto l’esperienza come “disorientante”, sottolineando quanto sia difficile oggi distinguere tra realtà e finzione nello shopping online.

Implicazioni per il futuro dello shopping e della produzione

Questo trend solleva interrogativi importanti sul futuro del commercio online e sui processi produttivi. La possibilità di creare cataloghi virtuali infiniti consente alle aziende di testare l’interesse dei consumatori per un prodotto prima di realizzarlo. Questo approccio, se da un lato riduce i rischi associati all’invenduto, dall’altro può portare a delusioni quando i prodotti finali non corrispondono alle aspettative generate dalle immagini.
L’utilizzo dell’IA generativa potrebbe inoltre trasformare profondamente le catene di produzione. Invece di partire da un design concreto, le aziende potrebbero iniziare a progettare direttamente sulla base di richieste generate online. Tuttavia, questa evoluzione porta con sé sfide etiche e legali, come la necessità di garantire che le immagini utilizzate per pubblicizzare i prodotti rappresentino fedelmente ciò che verrà consegnato.

Conclusioni e prospettive

Il confine tra realtà e finzione nello shopping online si sta assottigliando. Mentre l’IA generativa apre nuove possibilità per la creatività e l’innovazione, essa mette anche in discussione i principi fondamentali di trasparenza e affidabilità nel commercio. Con il continuo sviluppo di questa tecnologia, sarà determinante stabilire regole chiare per proteggere i consumatori e garantire una produzione sostenibile.

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